La Stampa - Mercoledì 9 Maggio 2001
Il sindaco vallesano domani
incontra il collega domese
Gondo, ancora un grazie per
l’aiuto degli ossolani
GONDO
Sabato 14 ottobre 2000. E’ una data che Gondo non potrà dimenticare, mai.
Quel giorno la montagna è crollata, fradicia d’acqua, spazzando via mezzo
paese e tredici vite. Due mesi dopo, al Teatro Galletti di Domodossola durante
una serata di solidarietà, il sindaco del primo paese vallesano oltre confine
ricordava la tragedia e apriva alla speranza: «Tredici morti in un paese di 170
abitanti sono un colpo durissimo. Ma andiamo avanti, vogliamo ricostruire». Il
sindaco Roland Squaratti, 32 anni, è fratello di Herman e Gabriel, 46 e 42
anni, gli unici due dispersi.
Oggi è ancora lui, insieme al suo predecessore Gabriele Jordan, a parlare al
cuore degli ossolani. Hanno scritto al sindaco Mariano Cattrini: «Grazie,
grazie e grazie per sempre. Possa l’avvenire darci occasioni di mostrarci
degni di tanta e così profondamente umana amicizia e solidarietà».
E per ribadire ancora una volta quell’antico legame tra le genti di confine
che la tragedia ha reso ancora più forte Squaratti e Jordan hanno invitato il
primo cittadino domese ad un incontro. L’appuntamento è per domani alle 16
davanti alla chiesa di Gondo. Parlerà il sindaco vallesano poi è prevista una
rapida visita del paese in ricostruzione.