La Stampa - Sabato 12 Maggio 2001

 

Briga, presentato un progetto degli amministratori svizzeri

Nuovo parco transfrontaliero sorgerà a cavallo del confine

BRIGA
Un parco, a cavallo del confine, tra l’Italia e la Svizzera. La nuova area protetta sarà compresa tra Binn, Devero, Veglia e Sempione. Il progetto è emerso da un incontro, che si è svolto nella Sala riunioni della stazione ferroviaria di Briga, a cui hanno partecipato delegazioni dei due paesi. Quella elvetica era formata dai rappresentanti dell’Ufficio federale per le foreste ed il paesaggio, e dai sindaci delle maggiori città del Vallese. C’erano, inoltre, i responsabili di associazioni ambientaliste e culturali quali Pro Natura, Regio Sempione, Ecomuseo del Sempione ed il Museo cantonale dell’Archeologia. Da parte italiana erano presenti il presidente del Parco Veglia-Devero, Marco Piretti, con il direttore Ivano De Negri ed il sindaco di Baceno Stefano Costa. Accanto a loro professionisti ed esperti. Tutti si sono trovati d’accordo sull’opportunità di lavorare per l’istituzione di una zona protetta transfrontaliera. Al termine della riunione la delegazione italiana si è assunta l’incarico di seguire le fasi del progetto garantendo il massimo aiuto per la realizzazione di quello che potrebbe diventare il secondo Parco naturale della Svizzera. L’area candidata a diventare la prosecuzione del Parco Veglia-Devero, in territorio elvetico, è attualmente una Riserva naturale. La sua estensione, lungo l’Arco Alpino, va dalla Punta d’Arbola fino al Passo del Sempione. Ora gli amministratori svizzeri vorrebbero farne un parco prendendo a modello quelli italiani. Spiega Piretti: «Al termine della riunione è stato costiutuito un gruppo di lavoro. Noi siamo stati invitati ad intervenire per dare un contributo al progetto. Spetterà poi alle Amministrazioni locali e al Governo cantonale ogni decisione». Se l’operazione andrà in porto si avrà un unico Parco transfrontaliero. «Tuttavia - osserva Piretti - le due parti avranno amministrazioni separate. Studieremo però l’istituzione di un organismo unico per quanto riguarda le scelte d’indirizzo. Il progetto ha tutte le carte in regola per decollare, anche perchè i nostri vicini svizzeri stanno lavorando con molta convinzione». La fusione consentirà di accedere più facilmente ai progetti Interreg. Questa prerogativa consentirà di creare le infrastrutture che mancano. Prima fra tutte una rete di mobilità finalizzata ad agevolare gli escursionisti, in quest’area numerosissimi, per il trasporto in quota e a valle. La vasta superficie territoriale permetterà, inoltre, di mettere a punto un’offerta turistica molto variegata tra escursionismo, sci-alpinismo, storia, archeologia, arte e gastronomia. Giudizio positivo sul progetto è stato espresso dal coordinatore ossolano dei Verdi Mauro Bottigelli: «Il parco transfrontaliero è utilissimo perchè con le autorità sovranazionali migliorano i controlli. Quindi si tutela meglio il patrimonio ambientale da mire speculative localistiche». L’esperienza alla quale si sta lavorando non è la prima in Piemonte. Nel sud-ovest della Regione funziona già da tempo il Parco transfrontaliero delle Alpi Marittime che vede l’Italia in solido con la Francia.