La Stampa - Domenica 27 Maggio 2001
Il traffico riprenderà martedì alle 12. Gli automobilisti scampati: «Ci siamo salvati per miracolo»
Voragine aperta da alluvione e
cantieri
Superstrada interrotta a
Masera
Carlo Bologna
MASERA «Che spavento. Quel buco si è aperto al passaggio del camion che
trasportava sassi e c’è finita dentro anche la Panda rossa che viaggiava
davanti a me. Nemmeno io sono riuscito ad evitarlo. Alla mia Peugeot è
scoppiata la gomma anteriore sinistra e si è danneggiata quella posteriore.
Anche gli altri hanno avuto danni: la Panda è stata portata via dal carro
attrezzi. Ma nessuno si è fatto male. Ci è andata davvero bene». Giovanni
Borella, 78 anni, è ancora agitato. Da Montecrestese rincasava a Cambiasca
quando l’altro pomeriggio dopo le 16 sulla superstrada del Sempione, nel
tratto di Masera, si è aperta una voragine profonda un metro e mezzo e con un
diametro di tre. Interessa tutta la carreggiata verso Sud e parte dell’altra,
in quel tratto divisa solo dalla segnaletica e non dalle barriere. La voragine
è poco prima del cartello che segnala il ponte sul Melezzo, 304 metri a cavallo
di uno dei torrenti che più hanno colpito durante l’alluvione di ottobre.
Poco più avanti in quei giorni la superstrada fu letteralmente spazzata via e
il traffico fu ripristinato solo grazie ad un by-pass. Sotto la massicciata in
corrispondenza della voragine il cantiere Snam per la realizzazione del nuovo
metanodotto.
Ora è stato chiuso un tratto di un paio di chilometri. Per chi proviene dal
Sempione l’uscita obbligatoria è a Crevoladossola-Montecrestese, per chi
arriva da Domodossola è quella Masera - Valle Vigezzo.
La riapertura al traffico è prevista martedì alle 12.
Sul posto si è immediatamente recata la polizia stradale di Domodossola, la
ditta Poscio incaricata dei lavori di manutenzione della superstrada, e una
squadra dell’Anas.
L’ingegner Adalberto Magistri, del compartimento di Torino, spiega: «Quello
che è successo è un effetto secondario dell’alluvione perchè questa
massicciata è stata a lungo sott’acqua lo scorso autunno. Così il materiale
fine è stato portato via. Ma in questi giorni sono in corso i lavori per
l’attraversamento del metanodotto sotto la superstrada. Le vibrazioni della
macchina spingitubo sono state determinanti per creare una sorta di vuoto sotto
l’asfalto».
L’episodio di Masera, che fortunamente non è finito in tragedia, impone una
domanda: è sicura la superstrada? Potrebbero verificarsi nuovi cedimenti?
«La sicurezza - risponde Magistri - non esiste da nessuna parte del mondo.
Tuttavia si tratta di eventi a non rapida evoluzione che consentono sufficienti
tempi d’allerta. Una verifica dell’intero tracciato è impossibile,
difficilmente offrirebbe risultati significativi. Piuttosto bisogna mantenere
una sorveglianza attenta e continua. Va detto che non è ’normale’ che una
strada venga attraversata da un tubo con un diametro di un metro e mezzo».
Non è escluso che per quanto riguarda i risarcimenti si avvii un’azione di
rivalsa tra Anas e Snam. Gli automobilisti danneggiati, di sicuro, presenteranno
il conto. «Io - conclude Giovanni Borella - in qualche modo sono riuscito ad
arrivare a casa con la mia auto. Ho dato un passaggio a Intra, fino al
traghetto, anche ai due che erano a bordo della Panda». Renzo e Nello Davanzo,
di Varese, si sono imbarcati a piedi.