La Stampa29/1/2002

RIUNITI A CRODO I PROFESSIONISTI PIEMONTESI DELLA MONTAGNA RIVENDICANO UN RUOLO EDUCATIVO

«Più tutela per le guide alpine»
Appelli e progetti dall´assemblea regionale

CRODO
Figura storica della montagna, la guida alpina del Terzo Millennio guarda al futuro consapevole del proprio ruolo. Pronti alle sfide delle attività emergenti, i professionisti delle Alpi chiedono però maggiore tutela attraverso la legge che già ne riconosce e disciplina lo status giuridico. L´appello arriva proprio dal Piemonte, terra che nel 1872 vide nascere ad Alagna la prima organizzazione associativa in Italia e che ieri ha accolto a Crodo l´assemblea regionale nel centro visite del parco Veglia-Devero. Ai lavori, coordinati dal presidente del collegio Alberto Re, sono intervenuti il parlamentare Valter Zanetta, l´assessore provinciale al Turismo Tiziano Iacchini, che con l´assessore crodese Giovanni Iorda, i presidenti della Comunita montana Bruno Stefanetti e dell´ente Parco, Marco Piretti, hanno fatto gli onori di casa assieme al presidente del gruppo guide alpine dell´Ossola, Carlo Tabarini. «Un´assemblea proficua - commenta Re - che ci lascia molto soddisfatti per l´accoglienza, i temi affrontati e la qualità dei contribuiti esterni». Presidente Re, quante guide alpine ci sono oggi in Piemonte? «Duecento, di cui 160 in esercizio e 35 nel Vco. Sedici sono gli iscritti al corso di formazione nazionale che si concluderà nel 2003. In Italia le guide sono 1250» E´ un numero destinato a crescere? «Ritengo che nel tempo non potrà avere un aumento significativo poiché l´impegno, i livelli tecnici di preparazione richiesti e i costi economici sono molto elevati». Esistono altri ostacoli? «Certo, e ben più gravi. Le difficoltà di inserimento nel lavoro a fronte delle più svariate forme di concorrenza da parte di associazioni o figure di dubbia legittimità poiché è carente la tutela professionale, benché sia vigente uno status giuridico di assoluto prestigio con tanto di legge quadro di ordinamento che la inserisce nelle 30 professioni a carattere intellettuale» Quali sono i vostri punti di forza? «L´associazione delle guide alpine sostiene una formazione in continua qualificazione per essere presenti sul mercato senza temere la concorrenza puntando sulla qualità. Una qualificazione che tiene conto delle attività emergenti quali l´escursionismo, il canyoning o torrentismo e nel campo dei lavori in forte esposizione, dai disgaggi all´edilizia. Una formazione, quindi, non più legata solo all´accompagnamento, ma anche all´insegnamento nel far fronte agli interessanti sbocchi di lavoro per le guide nei vari settori in qualità di docenti». Nell´Anno internazionale delle montagne, qual è il vostro messaggio? «Oggi tutti concordano che è prioritario salvaguardare l´ambiente alpino e promuovere le economie locali per far rivivere la montagna e chi in montagna vive , fermando fermare lo spopolamento. C´è necessità assoluta di educazione, di scoperta e di rispetto dell´ambiente e la guida alpina proprio perché legata al territorio può dare un grande contributo, particolarmente nella prevenzione degli incidenti e per una corretta frequentazione. Ma anche nel soccorso, come si è sempre fatto, di persone in difficoltà». Un sogno... «Che l´accompagnamento in ambiente montano possa essere offerto ai cittadini solo da parte di figure e responsabili in sede civile e penale. Infine, che si avvii già dalla scuola un piano educativo per il rispetto dell´ambiente e attività sportive in montagna, con cicli di lezioni all´eperto. Questa educazione può avvenire solo con la collaborazione i professionisti della montagna e dei suoi sport».

Pietro Benacchio

 

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