La Stampa 20/11/2002

Un nuovo compendio su aree protette e tradizioni è realizzato dal ministero dell´Ambiente in collaborazione con Slow-Food

Nell´atlante dei prodotti tipici
Alla Valgrande la giusta ribalta fra i parchi

VALGRANDE
<<ultimo paradiso>> scriveva negli Anni Ottanta l´alpinista Teresio Valsesia ma la Valgrande oggi è anche un territorio attorno al quale creare un futuro sociale e abitativo dignitoso. La popolazione ha lavorato, nei decenni, costruendo intorno ai pascoli un´economia rurale povera ma efficace per sopravvivere. Abitare la valle e difenderne le peculiarità: è diventato l´obiettivo di chi ha voluto fare della Valgrande un´area protetta dove sperimentare uno sviluppo sostenibile. Nacque così uno dei possibili itinerari, per uscire dalle sacche della disoccupazione: la richiesta di istituzione del Parco nazionale. Ci si guardava intorno cercando di capire dove mettere quelle oltre diecimila persone che l´industria, chiudendo, aveva lasciato a casa. Racconta Franca Olmi, attuale presidente dell´Ente parco, che allora, tra il ´79 e l´85, guidava il Comprensorio del Vco: «Per il rilancio della zona ci ponemmo tre obiettivi: il completamento dell´austostrada Voltri-Sempione; l´istituzione della Provincia; lo sviluppo del terziario con particolare attenzione al turismo data la vocazione della nostra zona. E´ nell´ambito di questi indirizzi che nasce l´idea del Parco nazionale della Val Grande, ultimo tassello di un turismo integrato che poteva svilupparsi tra lago, collina e montagna». Con la convinzione di poter offrire al turista un ecosistema di eccezionale bellezza paesaggistica, nell´87 nasce il Comitato promotore per l´istituzione del Parco. L´idea si concretizza quando nel `94 il nuovo ente diventa operativo. A questa importante tappa si arriva anche con qualche polemica tra chi intravvedeva nell´area protetta il rischio di speculazioni con impatti ambientali di rilievo, e chi, invece, temeva che le regole imposte dal Parco fossero eccessive e non avrebbero lasciato spazio all´intraprendenza dell´uomo. Le leggi e la gestione equilibrata da parte di chi ha diretto l´Ente ha consentito, invece, finora di mantenere la più grande area wilderness d´Europa ancora più selvaggia di come era stata lasciata dalle vecchie comunità rurali. «L´intervento dell´uomo c´è stato - dice Olmi - ma si è limitato a fornire i servizi essenziali per gli escursionisti. Sono stati realizzati alcuni rifugi, come quello di Parpinasco, a Trontano, ed alcuni bivacchi. Altri verranno ricavati dalla ristrutturazione di vecchie baite. Inoltre c´è stato l´impegno per mettere in sicurezza le strade come la provinciale che porta a Cicogna e quella che da Premosello sale a Colloro». La mano dell´uomo si è fatta sentire pure fuori dal Parco contribuendo indirettamente a valorizzare molte strutture del tempo libero. Il Parco ha inoltre contribuito , insieme agli altri attori dell´economia del Vco, ha stimolare la ripresa della produzione di molti prodotti di nicchia. «I sentieri del gusto» sono stati il naturale approdo di questa politica dello sviluppo sostenibile; una manifestazione attraverso la quale il Parco ha creato molti contatti con persone del territorio ma anche provenienti da fuori. Ma lo strumento di marketing che contribuirà a far conoscere la Valgrande e i suoi prodotti sarà senz´altro l´«Atlante dei prodotti tipici dei parchi italiani» realizzato dal ministero dell´Ambiente in collaborazione con Slow-Food. Di pari passo è cresciuta pure l´attenzione per la cultura e l´educazione ambientale. Sono nati strumenti di conoscenza diretta come i sentieri didattici e le aule attrezzate, infine il Museo del Parco a Malesco ed il Centro di educazione ambientale a Cossogno. Questa attenzione porterà quanto prima alla realizzazione di una mappa dei beni ambientali, artistici e storici del Parco. La campagna è stata già lanciata dal Ministero dell´Ambiente e avrà come protagonisti gli studenti che saranno chiamati a censire tutti questi tesori nascosti e a fornire itinerari per visitarli. E´ pure in cantiere la sistemazione di importanti sentieri. Con i fondi comunitari Docup è in programma il recupero di baite per l´ospitalità degli escursionisti, a Straolgio e Scaredi, nel Comune di Malesco e negli alpeggi di In La Piana, Mottac e Vald. Infine con i fondi Interreg III è stato formalizzato l´impegno di studiare insieme al Canton Ticino la possibilità di realizzare un Parco Transfrontaliero.

 

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