La Stampa - 14/10/2002

IL SECONDO ANNIVERSARIO CELEBRATO INSIEME DA OSSOLA E VALLESE A GONDO. A CASALE IERI UN GAZEBO SUL PONTE DEL PO

«Non archiviate l´alluvione del 2000»
Sindaci e Comitati vogliono fondi per completare i lavori

 

Due anni fa, il 15 ottobre, gran parte del Piemonte venne devastato dall´alluvione. Dal Vercellese al Casalese, dal Verbano Cusio Ossola al Tortonese ci si trovò ad affrontare l´emergenza causata dal Po e soprattutto da molti corsi d´acqua minori. Ci furono vittime, devastazioni, danni per centinaia di miliardi di lire, polemiche. A due anni di distanza, l´attenzione è puntata sulla ricostruzione. Una parte delle opere è stata realizzata, ma nel Casalese le case e le fabbriche sono tutt´ora gravemente esposte. Ieri sul ponte stradale sul Po, a Casale, per l´intera giornata su iniziativa dei Comitati degli alluvionati è stato allestito un gazebo per evidenziare i problemi rimasti insoluti. «L´alluvione del 2000 non è da archiviare» dicono sindaci e Comitati. Eppure da Roma il senatore Angelo Muzio (Comunisti italiani) e l´onorevole Silvana Dameri (ds) hanno lanciato un grido preoccupato: «Nella Finanziaria non ci sono i soldi che la stessa Regione aveva chiesto perché ritenuti necessari a completare l´opera di ricostruzione». I parlamentari Dameri, Renzo Patria (Fi) ed Eugenio Viale (Fi) hanno ottenuto per domani pomeriggio un incontro alla commissione Bilancio della Camera a cui parteciperanno insieme a una delegazione di sindaci del Casalese, all´assessore provinciale alessandrino Paolo Filippi e a esponenti dei Comitati. Chiederanno al presidente della commissione di stanziare più risorse sia per la ricostruzione del territorio ancora gravemente compromesso sia per dare avvio al piano di assetto idrogeologico che rappresenta lo strumento per garantire una (relativa) tranquillità in futuro. Nel Vercellese due anni fa era stata allagata Trino: in particolare nel rione delle Cappellette l´altezza dell´acqua raggiunse i 2 metri. La situazione ora è pressoché rientrata nella norma, soprattutto per il forte desiderio di recupero dei trinesi. Con gli argini si è a buon punto. I rimborsi stanno andando avanti e di pari passo procedono i controlli sugli indennizzi: pochi giorni fa, tre persone sono state denunciate per tentata truffa ai danni dello Stato per aver «gonfiato» i danni. Ossola e Vallese hanno ricordato ancora una volta insieme, sul «confine che unisce», le vittime della devastante alluvione. Una cerimonia semplice ha riunito sabato le due comunità, svizzera e italiana, a Gondo, il piccolo centro vallesano sulla strada del Sempione che venne tagliato a metà dalla frana che si staccò dalla montagna trascinando nel torrente Diveria dodici persone, case ed edifici pubblici. Sul versante italiano, nelle stesse ore e una manciata di chilometri, morì Carlo Nanzer, 56 anni, spazzato via da una frana assieme alla sua casa a Schiaffo di Trasquera. Giorni da incubo che coinvolsero Bognanco, Macugnaga, centri del fondovalle e della fascia costiera del lago Maggiore. Oltre 150 le persone evacuate, fra paesi isolati dalle interruzioni stradali o invasi dall´acqua. I danni alle sole infrastrutture furono calcolati in 103 miliardi di lire. A due anni dall´alluvione, procede il piano d´interventi consegnato alla Regione dalla Provincia del Verbano Cusio Ossola, che l´ha redatto con l´ausilio di una commissione tecnico-consultiva che ha coinvolto gli ordini professionali. I lavori di ricostruzione avanzano secondo una scala di priorità tracciata nei lotti funzionali e integrati. Parecchio si è già fatto, molto resta ancora da fare, soprattutto sul fronte del riassetto idrogeologico, che richiede ingenti risorse. Alla vigilia dell´estate scorsa la Regione ha approvato l´ottavo piano stralcio che assegna al Vco 4 milioni e mezzo di euro per la ricostruzione delle opere pubbliche danneggiate dall´alluvione.

r. s.

 

 

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