La Stampa -
Giovedì 26 Aprile 2001
Riscoprire la Valdossola con lo
sci alpinismo
EDITORIA LOCALE
Gli appassionati di sci alpinismo si sono
sempre mossi con una copia nello zaino. Grazie ad essa, sono venuti a contatto
con quanto l’Ossola svela soltanto a pochi intimi: le sue bellezze invernali
fatte di villaggi silenziosi, di nevi immacolate, di laghi ghiacciati, di cieli
tersi, di vette severe. E’ in questi giorni nelle librerie l’ultima edizione
di «Sci alpinismo in Valdossola», la guida sugli itinerari sciistici ossolani
realizzata da Loris Bonavia e Mauro Previdoli, edita dalla libreria Grossi di
Domodossola. L’opera aveva visto la luce nel 1980, contribuendo parecchio alla
diffusione dello sci alpinismo in Ossola. Grazie alle sue preziose indicazioni
molti appassionati hanno potuto spaziare dalla Valle Anzasca, alla Valle Divedro,
alla Val Formazza, con tutte le notizie utili per immergersi nei misteri dei
paesaggi invernali e portare a termine le gite senza eccessivi pericoli. Al suo
esordio, erano 65 i percorsi proposti. Ora gli autori ne hanno aggiunti altri
29. In tutto 94, suddivisi per vallata. Con una formula sintetica ed efficace di
ogni itinerario, che è corredato con una foto del percorso, vengono indicati la
località di partenza, il dislivello, il tempo di salita, il periodo in cui
effettuare l’ascensione, le difficoltà, le attrezzature da mettere nello
zaino, l’esposizione della neve, le cartine da utilizzare, l’accesso
stradale. Inoltre sono descritti in modo analitico, con la sottolineatura dei
riferimenti importanti, i percorsi di salita e di discesa. In evidenza i pendii
dove la neve è instabile e sono possibili inneschi di valanghe. Le gite
indicate si possono compiere tutte in una o due giornate.Di particolare fascino
l’Haute Route delle valli Ossolane, dal passo del Sempione a Riale, che si
percorre in sei giorni. La nuova edizione della guida si presenta in formato
più piccolo rispetto alle precedenti e con la copertina plastificata, un
accorgimento necessario dato che il suo posto non è lo scaffale ma la tasca
esterna dello zaino. Ha scritto l’alpinista Giorgio Daidola nella
prefazione:«Se esistono dei paradisi dello sci alpinismo l’Ossola ne è
certamente uno». Un contributo all’opera è venuta anche da molti
appassionati che ogni domenica con sci ai piedi o senza vanno a scoprire
qualcosa di nuovo di queste valli «fra le meno turisticizzate delle Alpi».
L’opera di Bonavia e Previdoli ha senz’altro il merito di aver aperto una
finestra sulle bellezze più intime dell’Ossola. Il turista di passaggio
rimane estasiato dalle Cascate del Toce, dalla Piana del Devero o del Veglia ma
non sa cosa c’è al di là, non sa cosa si perde senza sci ai piedi. Chi ha
avuto la fortuna di imbattersi nel libro di Bonavia si è attrezzato, ha
raffinato la sua tecnica fuori pista ed è andato a respirare atmosfere che
soltanto il bianco della neve può dare. Non è necessario arrivare in cima a
tutti i costi per gratificarsi. Si può rimanere in basso a guardare le baite di
Crampiolo, o di qualche altro villagio, per sentirsi avvolti nella magia.