La Stampa - Martedì 5 Dicembre 2000
L’asfalto danneggiato
dall’alluvione un mese e mezzo fa verrà ripristinato dall’Anas entro
marzo
La superstrada riaperta sino a Varzo
Bypass sul tratto franato
tra Masera e Montecrestese
Renato Balducci
MASERA E’ stato riaperto ieri pomeriggio il tratto di supertrada tra
Masera e Montecrestese, crollato a metà ottobre per la piena del fiume
Toce che esondando aveva invaso l’aviosuperficie e «divorato» un pezzo
di carreggiata. L’Anas ha ricostruito un tracciato alternativo in
attesa, entro marzo, di ripristinare il vecchio tracciato: la superstrada
è percorribile per intero da Varzo a Gravellona. L’interruzione causata
dall’alluvione è durata un mese e mezzo.
L’esondazione del Toce ha creato preoccupazione per la vicinanza della
centrale della Snam. Già alcuni anni fa l’allora parlamentare domese
Mauro Polli aveva evidenziato i pericoli per l’impianto. Si era sentito
rispondere che «per lo stabilimento di Masera non è da prevedersi alcuna
situazione di pericolo». La dichiarazione dell’allora ministro dei
Lavori Pubblici, Baratta, è datata ‘96. Fu la risposta ad
un’interrogazione presentata da Mauro Polli.
Oggi, a quattro anni di distanza, l’alluvione ha visto il Toce esondare
proprio nella piana di Masera, invadere l’aviosuperifcie, «mangiarsi»
un bel tratto di superstrada e lambire pericolosamente la centrale della
Snam.
«Ora, come allora, mi resta la preoccupazione di un effetto ‘pentola a
pressione’ che si potrebbe verificare a Masera in caso di allagamento e
copertura di quelle superfici dove è localizzata la centrale dei gas» ci
dice Mauro Polli, che da tempo non siede più alla Camera.
Nel febbraio ‘96 il ministro, minimizzando i pericoli, parlò di «interventi
risolutivi a livello idraulico e idrogeologico». Scriveva Polli pochi
mesi dopo l’alluvione del ‘94: «Il trasporto e l’accumulo di
detriti ha determinato l’innalzamento del letto del Toce. C’è una
situazione di allarme: il fiume, parzialmente straripato, ha invaso
l’area occupata dall’aviosuperficie. C’è il rischio di più gravi
straripamenti e la possibilità che l’acqua invada lo stablimento Snam.
Con gravissimi effetti per l’Ossola».
Allora il ministro rispose che «il magistrato del Po aveva fatto uno
studio di sistemazione generale. Progetto approvato nell’85 e di cui si
sono già eseguiti tre lotti. I lavori di completamento dell’opera sono
compresi nel piano stralcio pubblicato sulla Gazzetta del 31 luglio ’95».
Ed aggiungeva: «Il Magistrato del Po ha precisato che per lo stabilimento
Snam non è da prevedersi alcuna situazione di pericolo.
Lo stesso Magistrato del Po riferì che il Consiglio dei Ministri aveva
approvato nell’ottobre ‘95 lo schema previsionale riguardante un
insieme di interventi di sistemazione idraulica e idrogeologica per 65
miliardi nei tratti di competenza delle Regioni che in quelli di
competenza del MagisPo. La realizzazione di tali interventi risolverà
parte dei gravi problemi evidenziati». Dopo i disastri dell’ultima
alluvione il commento di Polli è scontato: «Certo, gli interventi sono
stati previsti, ma purtroppo non sono mai stati eseguiti davvero».