La Stampa - Sabato 24 Marzo 2001

 

A cinque mesi dall’alluvione, la conca alpina è ancora irraggiungibile

Vertice al Tecnoparco per il Veglia
A rischio i rifornimenti per albergatori e alpigiani

 

VERBANIA
A cinque mesi dall’alluvione, l’alpe Veglia è ancora irraggiungibile. Non si può arrivare con i mezzi fuoristrada nè a piedi. La pista gippabile che sale da San Domenico è interrotta da numerose frane ed è stata in parte cancellata dalle pioggie alluvionali dello scorso Ottobre. Una vera e propria emergenza, l’unica rimasta dopo l’alluvione, che non è stata ancora superata. L’esigenza di ripristinare almeno un accesso provvisorio entro l’estate, per garantire gli approvvigionamenti agli albergatori e agli alpigiani del Veglia, è stata affrontata ieri in un vertice al Tecnoparco con il Prefetto del Vco Maria Fiorella Scandura. Alla riunione hanno partecipato gli assessori provinciali alla protezione civile Arturo Lincio e all’agricoltura Angelo Guenza con il presidente della commissione consiliare Marcello Dalla Pozza, il sindaco di Varzo e presidente della comunità montana Divedro- Formazza avvocato Bruno Stefanetti, Gaetano Losa, commissario prefettizio del Comune di Trasquera, il direttore del parco Veglia- Devero De Negri. Per la frana di Ponte Campo, una vasto smottamento che sovrasta la gippabile, c’è un intervento della Regione che ha accolto una richiesta di finanziamento della comunità montana per un importo di 400 milioni.
Ma ci sono numerose altre interruzioni, una decina, fra Casa Bianca e Purteia, all’imbocco della conca alpina. In questo tratto non si sono potuti eseguire lavori di pronto intervento, previsti dall’ordinanza della Protezione Civile, a causa delle neve, caduta subito dopo l’alluvione. Il Prefetto si è impegnato a verificare con gli organi ministeriali competenti la possibilità di eseguire gli interventi con semplici ordinanze dei sindaci, com’era avvenuto per tutti gli altri ripristini di massima urgenza.