La Stampa -
Martedì 7 Novembre 2000
Ritardi nei lavori di
ripristino. Compromessa l’intera economia del Parco del Veglia
Trasquera rischia
l’isolamento
Nella strettoia i mezzi spazzaneve non passano
Filippo Rubertà
VARZO Trenta centimetri a Trasquera, oltre mezzo metro a San Domenico e
Formazza. Ma la neve ieri, è caduta mista a pioggia anche a Domodossola,
creando disagi. Dopo l’acqua delle scorse settimane, la neve acuisce i disagi
in Val Divedro. Nevica ininterrottamente da domenica sera e Trasquera rischia di
tornare nell’isolamento. La strada che collega il paese a Varzo, aperta a
fasce orarie, è ancora nei guai. Ieri pomeriggio è passato a stento un
fuoristrada dei vigili del fuoco. In serata le difficoltà hanno allungato i
tempi di rientro dei frontalieri.
Dice il vice-sindaco Edda Tacchi: «Qui la gente è abituata a cavarsela con
qualsiasi intemperie, ma se le precipitazioni continuano c’è il pericolo di
essere tagliati fuori un’altra volta. Dove la strada si restringe i mezzi
spazzaneve non passano».
Ride e piange San Domenico misurando lo spessore del manto bianco. Ride perché
sulle piste dell’Alpe Ciamporino c’è ormai un metro e mezzo di neve, una
circostanza che può significare l’apertura delle piste sciistiche nel primo
week-end di dicembre. «Potremmo aprire subito - spiega Vittorio Claisen,
titolare delle sciovie San Domenico neve - ma ci vuole il tempo necessario per
mettere a punto le piste e fare gli ultimi ritocchi agli impianti. Per
quest’anno saremmo comunque costretti a rinunciare a qualche chilometro di
discesa. Non si potrà sciare dalla stazione intermedia fino al paese perchè la
pista è franata in due punti per le forti piogge».
E San Domenico piange perché guardando in là, al futuro, la prossima stagione
estiva, legata al turismo del Parco del Veglia, ha buone probabilità di essere
cancellata. Si confidava molto nella clemenza del tempo per riaggiustare subito
la strada d’accesso all’alpe Veglia, franata in più punti.
«Questa nevicata - dice il sindaco di Trasquera Gian Franco Baudin - complica
le cose. Adesso si potrà intervenire soltanto a maggio. Allora, però, sarà
troppo tardi per realizzare i lavori prima che inizi la stagione estiva».
«La situazione è drammatica - aggiunge il sindaco di Varzo Bruno Stefanetti,
che è anche presidente della Comunità montana Antigorio, Formazza e Divedro -:
è in discussione l’intera economia del Parco. Dobbiamo trovare il modo per
risolvere la questione. E’ necessario assicurare per l’estate prossima
almeno il trasporto delle merci». Oltre al Parco, e a tutte le attività
indotte dal turismo naturalista ed escursionista, saranno compromessi pure
l’agricoltura, i pascoli e tutta la produzione casearia. Già nei giorni
scorsi si era riunita la Comunità del Parco del Veglia-Devero, l’organismo di
cui fanno parte i sindaci dei comuni appartenenti all’area protetta, ed i
presidenti di Provincia e Comunità montana. Dopo aver fatto il punto sulla
situazione si è deciso di informare le autorità regionali. «Speriamo - si
augura Stefanetti - di trovare soluzioni veloci, ma su quella strada vanno fatti
interventi strutturali definitivi».
Baudin frattanto avanza una proposta: «Visto che c’è l’ipotesi di mettere
in sicurezza la carreggiata e nello stesso tempo costruire una funivia, pesche
non utilizziamo questi fondi per fare un collegamento tra San Domenico e
l’Alpe Veglia tutto in galleria? In questo modo la strada non è più sotto il
tiro di valanghe e frane. Uno stato che comporta spese di rifacimento, di alcuni
tratti, tutti gli anni».