Veglia: l’Alp
Per la gente di Varzo e Trasquera è l’alpe per
eccellenza: Alp al maschile, con toponimo essenziale di origine antichissima.
Veglia non veniva quasi mai nominata, era l’Alp e basta !
Uno dei comprensori d’alpeggio più ricchi e vasti
dell’Ossola.
Nel XVII secolo vivevano al Veglia, durante i due
mesi e mezzo di alpeggio estivo, circa 150 persone.
Una piccola comunità di uomini e animali dispersa
tra il verde e le rocce della montagna. Alla fine dell’'800 in Veglia venivano
caricati oltre 1000 bovini.
I pascoli sono il risultato di un lungo lavoro che
impegnò generazioni di montanari. Nella piana del Vaccareccio, a Pian
Stalaregno e al Pian dul Scricc non esistevano sassi, ma solo giganteschi massi
erratici. Questa situazione è il risultato delle accurate opere di spietramento
effettuate nel corso dei secoli.
Allo stesso modo, un’attenta regolazione delle
acque che attraversano la piana impediva che piogge eccessive facessero
straripare i torrenti portando ghiaie sterili sui prati attorno.
I cespugli di rododendri e mirtilli vennero anche
estirpati nei lariceti radi e nelle radure utili al pascolo.
Apposite opere di canalizzazione fornivano di acqua
i diversi gruppi di rustici permettendo anche la pulizia delle stalle e la
fertiirrigazione.
In autunno, dopo la discesa dei bovini (scaria), gli alpigiani provvedevano a spargere il letame accumulato nelle stalle per la concimazione dei prati della piana, ed eliminavano le principali piante infestanti presenti soprattutto ai bordi dei canaletti di irrigazione.